Un feeling in musica

Mar 23, 2012

di Rossella Quitadamo

Giovedì 22 marzo Kabala jazz club: la sala del Ponte Vecchio gremita, due artisti di fama mondiale e un jazz “griffato” come programma: visti gli ingredienti un concerto che si preannunciava già un successo.

Ma “non puoi sapere cosa c’è in un libro fino a che non l’hai letto” dice Wynton Marsalis, e se questo “libro” è stato scritto a due mani ieri sera in estemporanea senza nulla di prestabilito tranne la voglia di salire sul palco insieme e insieme fare musica, nulla poteva darsi per scontato se non la certezza che sarebbe stato un evento memorabile.

Un Pescarese felice di dividere il palco con un Teatino? Certi campanilismi fanno sorridere se il Pescarese è il primo musicista jazz ad aver suonato alla Carnegie Hall di New York e se le mani di mezzo mondo -dalla Russia agli Usa passando per Tel Aviv- hanno tributato i loro applausi alle esibizioni del Teatino. Oltretutto Bepi D’Amato e Tony Pancella sono amici per la pelle, anzi per le note.

Il feeling che c’è tra di loro è stato qualcosa di palpabile e tangibile ieri, lo abbiamo udito ma lo abbiamo anche “sentito” risuonare in noi che eravamo in platea. Un intenso e appassionato dialogo musicale tra due forti personalità in cui ognuno ha esaltato le doti dell’altro con il solo fine di creare, divertirsi ed emozionarsi facendo musica.

Sono state continue botta e risposta: il teatino e il pescarese che questionano in note; una sfida “al campanile” elevata a purissima arte e sublimata dalla stima reciproca e dall’affetto che lega Bepi e Tony. Poi dopo le scherzose schermaglie iniziali è cominciato un colloquio profondo tra i due, fatto di ricordi e di desideri, di esperienze e di sogni. Il tutto espresso in una musica pulita, elegante e appassionata ma mai sopra le righe, dove ogni frase musicale del pianoforte -definita “pura acqua di fonte” da Bepi-, anche se inventata lì sul momento, si è inserita in un discorso limpido e lucido e dove ogni nota del clarinetto ha avuto il suo giusto motivo perché “pesa come 100 anni di storia musicale” –questa volta è Tony a parlare.

Ognuno ha detto la sua con calma ed eleganza in un discorso elevato ma pacato e ci sono stati anche interi brani in cui D’Amato si è seduto ad ascoltare ammirato ciò che scaturiva dal profondo dell’animo di Pancella senza intervenire con una sola nota del suo clarinetto: anche questa è musica! Una musica che va al di là delle etichette, due anime che parlavano un linguaggio universale, quello che arriva direttamente al cuore.

Mentre un pianoforte a volte struggente, a volte divertito spargeva cascate di note come diamanti sul velluto del clarinetto, se Bepi avesse detto: “venite con me” di sicuro ben pochi in sala avrebbero resistito al suo invito a seguirlo ovunque lui avesse deciso di andare, proprio come i topolini dietro al pifferaio magico.

A questo punto, se sono riuscita a far capire cosa è stato ieri sera il Kabala jazz club, sapere che cosa hanno suonato ha poca importanza: composizioni di rara bellezza in cui si sono cimentati i più grandi jazzisti di tutte le epoche “Prelude to a kiss”, “The bright mississippi” , “Star eyes”, “Alone toghether”, solo per citarne alcune, sono uscite plasmate e trasfigurate in una luce nuova che ne ha esaltato e non stravolto l’antico sapore.

Accarezzati, quasi cullati da un jazz morbido ed intenso, il tempo è scivolato via elegantemente e siamo arrivati in un attimo all’ultimo capitolo di questo affascinante romanzo firmato D’Amato Pancella. L’epilogo ovvero il fatidico bis, non è bastato né al pubblico e nemmeno a loro che ci hanno regalato un ultimo brano prima di scrivere la parola fine ad un evento perfetto, uno di quei momenti di una bellezza irripetibile che ti fanno dire con orgoglio “io c’ero”.

Il lungo applauso che ha salutato i due artisti si è unito a quelli che hanno ricevuto numerosissimi e calorosi in ogni dove, ma il nostro spero sia stato per Tony Pancella e Bepi D’Amato un applauso speciale, perché parlava il linguaggio di casa, di quell’Abruzzo di cui loro, nel mondo, sono ambasciatori di eccellenza.

 

 

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