KABALA, LA CASA DELLE EMOZIONI

Gen 18, 2013


di Paolo Di Sabatino

Le note sul pentagramma sono quelle di Miles Davis, Duke Ellington, Tito Puente, Sonny Rollins, John Coltrane, Freddie Hubbard. Emozione, testa e cuore, sono da moltiplicare per quindici. Gomito a gomito, come una splendida squadra affiatata, sul palco di Ponte Vecchio c’è la Small Band Project, a vederli così, viene subito da pensare che di Small hanno proprio poco. Grande il sound, grande l’energia, grande il trasporto.

Le note, già le note… Sono lì davanti agli occhi del direttore Gianni Ferreri, prima di ogni pezzo una piccola pausa, quasi a chiedere il permesso ai grandi di prenderli a braccetto e portarli a spasso tra i tavoli. E’questo il bello della musica, arrangiamenti scritti minuziosamente, ma una esecuzione non può essere mai uguale a se stessa. Che sia swing o latin jazz poco importa, sono convenzioni linguistiche che in fondo all’orecchio poco interessano, al Kabala si è ascoltata musica potente, immediata, calda.

Assoli trascinanti fino al punto che nemmeno il nostro Presidente ha saputo resistere, c’è anche lui sul finale, la chitarra è pronta, che sia sul palco o tra il pubblico è stato davvero bello poter dire: presente!

E se alla fine Gianni Ferreri come uno chef premuroso chiede a tutti le sensazioni, le impressioni se tutto è andato per il verso giusto, arriva il tocco finale, quella convivialità che fa del Kabala la casa della buona musica.

I grandi del jazz, riprendono le note e vanno a riposarsi tra le righe del pentagramma, saranno contenti di essere stati chiamati in causa in una maniera così bella.

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